di Antonio Minieri

Il 1984 è l’anno delle elezioni europee , ma è anche l’anno della morte di Berlinguer . Per noi della sezione di Nola la campagna elettorale è particolarmente motivante perchè in lista c’è la presenza del compagno Gianfranco Nappi, un giovane della FGCI , che la Direzione Nazionale ha deciso di candidare in questa importante consultazione elettorale. Tutti noi della sezione siamo entusiasti di questa scelta e ci mettiamo subito in attività . In una delle prime uscite per la città, per fare propaganda elettorale ed approfittando della presenza in lista di Gianfranco , il nostro slogan era : PORTIAMO NOLA IN EUROPA. In una delle prime uscite , in un giro per la città , con la mitica 500 Fiat decapottabile e con megafono a tutto volume ripetiamo , in continuazione questo slogan. Ad un tratto , in pieno centro della città, un uomo anziano si para davanti alla macchina e ci costringe alla fermata. In un primo momento noi restiamo disorientati da questa azione, ma lui, molta calma esclama: ” ma perchè ci dobbiamo far conoscere anche in Europa, non è meglio che ci stiamo per i fatti nostri, qua ? “.

Da sinistra, vicino al compagno con la barba, Luigi Pasciari, alle sue spalle si intravede Vittorio Avella, con barba garibaldinoartistica, davanti a Vittorio si intravede un volto di donna Maria Luisa con alle sue spalle Paolino Fusco, altra barba, in questo caso avvocatizia. Alle spalle di Paolino, pelato con occhiali Romolo Maddaloni. In primo piano con il maglione rosso Vincenzo Montuori, artigiano nolano che fu anche tra quei 10.000 bambini che nell immediato dopoguerra da Napoli furono accolti in Emilia. Poi, alle spalle di Vincenzo e vicino a Paolino, Eduardo Quercia, Antonio Minieri e, di profilo, Antonio Corcione. Un pezzo della delegazione nolana in quel 13 giugno a Roma.

Passiamo dal rimanere interdetti, ad un sorriso liberatorio. La campagna elettorale va avanti , ma il dramma è dietro l’angolo. Difatti dopo pochi giorni ci arriva la notizia da Padova, dove il nostro segretario generale è stato colto da malore e versa in gravi condizioni. La notizia ci butta nello sconforto piu totale. Intanto però la campagna elettorale doveva andare avanti, ed era in programma un comizio di Gianfranco a Potenza, considerato che il collegio elettorale del sud comprendeva anche la Basilicata , la Puglia e la Calabria , oltre la nostra regione. Potenza è un mondo lontanissimo da noi, i mezzi di trasporto sono sempre gli stessi , la Fiat 500per ogni occasione. Il comizio in terra lucana naturalmente è incentrato sulla figura di Berlinguer e sulla sua agonia di quei giorni. Assolviamo questo compito con la tristezza del momento . Dopo qualche giorno , l’11 giugno , arriva la notizia inevitabile della sua morte.

In sezione si decide subito che il giorno dei funerali , il 13 giugno, il pullman della sezione di Nola , per la nostra partecipazione ai funerali , deve partire da piazza G. Bruno a mezzanotte perché , come dice il Segretario della sezione, bisogna arrivare presto a Roma per evitare il traffico che inevitabilmente avremmo incontrato in quel drammatico momento. Naturalmente nessuna obiezione viene mossa al Segretario su questo punto. Alle ore 3 del mattino del 13 , ci ritroviamo tutti i compagni di Nola nella parte della citta eterna che rappresenta a pieno titolo un pezzo di storia del nostro Paese. Via delle Botteghe Oscure, l’Altare della Patria , Piazza Venezia e sullo sfondo il Colosseo. Qualcuno , vista l’ora , pensa d’improvvisare una breve escursione, ma altri compagni , invece , si posizionano davanti al portone di Botteghe Oscure , dove alle ore 7 , si sarebbe aperto il portone per poter rendere l’ultimo saluto al nostro amato Segretario. Per esigenze di tempo, la sosta davanti al feretro è necessariamente breve, ma intensa. Dopo questo adempimento, tutti ci troviamo un posto lungo il percorso per poter assistere successivamente al passaggio del corteo funebre. E così, verso le ore 11 , in una caldissima giornata di sole , assistiamo al passaggio del più imponente corteo funebre che il nostro Paese ricordi.

Una moltitudine di uomini e donne segui quello straordinario evento. Personalmente non resistetti all’immobilismo di quel momento e spinto dal desiderio di seguire tutto da vicino, scavalcai le transenne e , non visto dall’imponente servizio d’ordine , mi ritrovai nel bel mezzo del corteo tra i gonfaloni di quasi tutte le città d’Italia. I ricordi portano alla mente i discorsi di Pajetta, della Iotti e principalmente i fischi assordanti all’indirizzo di Craxi. Si, i fischi che restituiamo a lui per quelli che avevano fischiato il nostro segretario , tempo prima , al loro congresso di Verona. Finita l’imponente manifestazione, ci ritrovammo tutti i compagni presso il punto concordato per i rientro a Nola. Milioni di persone ,da tutte le parti del Paese , ritornavano nei luoghi di partenza stanchi, con la morte nel cuore, ma con l’assoluta convinzione che quel giorno bisognava essere li, per quel saluto a chi ci aveva portato , con la sua autorevolezza a diventare il primo partito del Paese. Eravamo tanti, stanchi ed amareggiati, ed abbiamo creduto fino in fondo al pensiero politico che il nostro Segretario ci aveva consegnato, alla sua passione ed al suo rigore morale . Eravamo arrivati fino a Roma , da tutte le parti del Paese per dirgli grazie compagno Berlinguer.

Antonio Minieri


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1 commento

  1. ricordo anch’io quella triste giornata, lo seguito tutto dalla TV….ma ricordo con gioia e emozione il giorno di chiusura, la grande festa del P.C.I. al campo volo di REGGIO EMILIA

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