Lo scorso 25 febbraio 2021 è entrata in distribuzione la nuova edizione, per Colonnese Editore, de Gli Occhi più azzurri di Simona Cappiello autrice peraltro, proprio sulla base dei materiali raccolti, anche di un Documentario realizzato insieme a Manolo Turri dall’Orto, sulla vicenda dei Treni che da Napoli portarono tra il 1946 e il 1948 circa 10.000 bambini e ragazzi napoletani al Nord ospiti delle famiglie Emiliane e non solo.

E’ un lavoro che non riproduce semplicemente il precedente testo ma si presenta arricchito di nuovi materiali e documenti.

Ringraziamo l’Autrice e l’Editore Colonnese per averci consentito di pubblicarne l’Introduzione

Gli occhi più azzurri – le vere storie dei treni dei bambini

INTRODUZIONE
La prima volta che ho sentito parlare di questa controversa e appassionante vicenda storica, attraverso i ricordi di Paola, che poi è diventata la “protagonista” del mio documentario, è stato nel 2007.
Scrissi di getto un racconto romanzato basato su quei primi ricordi confidati, sulle impressioni e le immagini della sua prima partenza. La scena mi sembrava incredibile: tra i detriti del dopoguerra centinaia di bambini dai cinque ai dodici anni ammassati sui binari della stazione, i saluti, i pianti, il treno che partiva. Ma chi erano quei bambini tra cui c’era anche lei, con il suo coppetiello di castagne che non avrebbe mai mangiato? E perché partivano?
Di quella storia che sembrava così lontana nel tempo non avevo mai sentito parlare; e di quell’evento, durato in realtà alcuni anni, non c’era traccia sui libri di storia, e nessuno sembrava inizialmente voler ricordare. Quindi mi sono messa alla ricerca di quei pochi testi allora esistenti, spulciando nelle emeroteche e negli archivi delle città da cui partivano i bambini e in quelle in cui arrivavano, e ogni volta che trovavo qualcosa di originale – qualche articolo, fotografie e resoconti – mi stupivo di come quella storia fosse stata fino quasi dimenticata. Ho cercato così anche altri testimoni diretti che erano stati coinvolti, sia tra i partenti che tra gli ospitanti, spesso col passaparola, e a volte loro hanno trovato me.
Le ricerche e le interviste fatte in quegli anni sono in parte confluite nel documentario del 2011 (ora visibile tra i contenuti speciali di questo libro) e poi, insieme ad altri documenti e articoli di cronaca di quel periodo, in una prima pubblicazione, in tiratura limitata, finanziata con un crowdfunding nel 2018.
In questi anni il documentario è stato proiettato in molte città italiane, in varie occasioni – festival, mostre, rassegne, circoli, cineforum – nonchè nelle scuole; e ho continuato a ricevere storie, ricordi, fotografie. Ho intanto conosciuto altri studiosi e appassionati che avevano condotto la stessa ricerca in diverse parti d’Italia e lentamente, mettendo insieme i pezzi come quelli di un puzzle, questa storia è stata finalmente ricostruita, stimolando sempre più l’interesse della stampa e dell’editoria.
In questa nuova edizione della Colonnese – a cui sono riconoscente per la cura e l’attenzione avuta per la mia ricerca – ho aggiunto alcuni interessanti documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli, di cui ringrazio la direttrice Candida Carrino e i collaboratori per la preziosa disponibilità; e un contributo-resoconto di Maria Grazia Alemanni sui bambini di Napoli ospitati a Novara, una delle numerose città del Nord che accolse i bambini del Sud.

Simona Cappiello


I DOCUMENTI DELL’ARCHIVIO
DI STATO DI NAPOLI SUL COMITATO PER LA SALVEZZA DEI BAMBINI


Dai documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli, provenienti in larga parte da Questura e Prefettura, si può seguire – attraverso appunti, comunicazioni, telegrammi e trascrizioni dei fonogrammi ufficiali – la vicenda e le complicazioni politiche avute dal Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli e dai suoi organizzatori e organizzatrici.

Si va dalla fondazione, con le relative ricerche della Questura per verificare l’appartenenza politica di ciascun membro; fino allo scioglimento, con le richieste di alcuni enti, che dopo gli anni ‘50 richiedevano pagamenti arretrati relativi alle partenze dei bambini, rimaste inevase. Sono registrate le rimostranze per le occupazioni dei locali utilizzati dal Comitato dopo lo sgombero della precedente sede, le richieste di vitto e collaborazione a diversi Enti statali per l’organizzazione delle partenze dei treni.

C’è l’invito al Questore in occasione della partenza del primo treno, e poi le comunicazioni delle partenze dei seguenti convogli, le comunicazioni sulle assemblee di mamme e insegnanti organizzate dal Comitato, i telegrammi degli arrivi a destinazione dei treni, e poi gli annunci dei ritorni, a volte anticipati o in ritardo. Per alcuni anni, il Comitato si occupò anche di organizzare colonie al Lido di Venezia, di cui sono conservate liste di nomi e testimonianze.


Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *