Il 17 novembre 2018 si spegnava Umberto Domini, dirigente sindacale della CGIL, militante storico del PCI, figura apprezzata nel mondo del lavoro, nella sua Agropoli e nel suo Cilento. A gennaio 2019, poco più di un anno dopo la CGIL ha voluto ricordare il suo compagno con una manifestazione pubblica.

Pubblichiamo di seguito il lavoro che la CGIL realizzò per quella occasione. Prima, per capire ancora chi fosse Umberto, che abbiamo avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare, riprendiamo due testimonianze dei giorni della sua scomparsa: quella di Giuseppe Tarallo, già Presidente del Parco Nazionale del Cilento e quella di Fausto Morrone, già Segretario della CGIL di Salerno.

Giuseppe Tarallo Ho appreso con profondo dolore che Umbertino è venuto a mancare dopo un’operazione all’aorta da cui non è riuscito a riprendersi.
Umbertino l’ho conosciuto che ero ragazzino e lui un giovanotto perché accompagnava mio padre,esponente del PCI cilentano,nei suoi comizi e giri elettorali alla fine degli anni ’50 (allora come famiglia abitavamo ad Agropoli) restandogli da allora sempre ‘fedele’ fino
alla fine dei suoi giorni: con mio padre ha sempre conservato uno stretto rapporto di affetto e ammirazione e a me ha sempre ricordato il suo esempio. E per questo l’ho considerato al pari di un familiare oltre che un compagno. Da allora ha accompagnato la crescita e
l’impegno politico mio e di mio fratello Alfonso da quando abbiamo fatto i banchetti per il chinino a favore dei vietcong e le manifestazioni contro la guerra in Vietnam e abbiamo cominciato a promuovere e creare il movimento studentesco ad Agropoli e nel Cilento e a
organizzare le prime manifestazioni antifasciste e di celebrazione del 25 Aprile (superando le continue gravi provocazioni messe in atto da un maresciallo che comandava allora la stazione CC di Agropoli) e le prime manifestazioni del 1° Maggio,etc. etc.
UMBERTINO anche quando abbiamo avuto disaccordi politici e siamo stati in formazioni politiche diverse ha avuto la capacità di mantenere aperto sempre un canale di comunicazione e dialogo assicurando l’accompagnamento alle esperienze che io e tanti giovani facevamo ormai da tempo fuori dal PCI. E così è stato anche quando sono tornato
in Cilento dopo otto anni a Como e il mio impegno nelle associazioni ambientaliste e poi nei Verdi.
Ci siamo sentiti sempre amici e di famiglia anche quando si sono diradate le
frequentazioni ed è per questo che lo piango insieme alla sua famiglia e ai tanti amici e compagni. Di lui conservo la memoria della sua grande e indomita passione politica e civile,l’entusiasmo e l’impegno che ha messo nelle cose che ha fatto per Agropoli,per il Cilento,per i lavoratori e il territorio e per gli ideali che lo hanno sempre animato.
Di lui ho sempre apprezzato e ammirato la sua ‘militanza’ che lo ha fatto essere presente sia nei momenti ordinari che straordinari della vita politica del nostro territorio e di Agropoli in particolare facendolo diventare punto di riferimento naturale per chiunque volesse capire e cambiare le cose.
Addio UMBERTINO

Fausto Morrone Caro Umberto, ci hai lasciati proprio nel momento in cui c’era più bisogno delle tue qualità politiche e umane.
In una fase, come quella attuale, di spinta decadenza politica, sociale e morale sarebbe stata ancora decisiva la tua passione, capace di trascinare, la tua coerenza, come esempio di vita per i più giovani, la tua saggezza, per insegnare un modello di impegno sociale.
Quando viene a mancare una persona cara, uno degli aspetti che ti fa soffrire è la percezione che avevi ancora tante cose da dirgli, da ricordare e discutere con lui e, purtroppo, drammaticamente,
non c’è più tempo per farlo. E’ quello che mi sta capitando anche con te, caro compagno Umberto. Quante volte negli ultimi anni ci siamo detti, con te, con tuo figlio Antonio, dobbiamo vederci, “dobbiamo fare il punto”.
Non ci siamo riusciti eppure non era impossibile: ma quando si è vivi e in salute si pensa sempre che ci sia ancora a disposizione un tempo infinito per farlo. Quando venni a trovarti in ospedale, caro Umberto – in ritardo, poiché tu non avevi voluto che si informasse nessuno dei tuoi compagni – eri già non cosciente, eppure avrei voluto dirti e
confessarti alcune sensazioni, fidando nel mio credo cattolico che mi faceva ritenere possibile trasmetterti qualcosa pure nella tua delicata e disperata situazione clinica.
La sfortuna volle che trovai vicino a te una dottoressa attenta alla tua situazione e che, credendomi un tuo familiare, mi chiedeva informazioni sulla evoluzione della tua malattia; che non potetti darle e, per questo, mi affrettai a chiamare tuo figlio Antonio.
Umberto, come tutti sapete, non era cattolico, ma, a differenza di alcuni credenti, non era neppure un fariseo, e questo è fondamentale per vivere con dignità e sempre a testa alta la propria vita, come lui ha fatto.
Egli, però, credeva in principi, valori che sono gli stessi della religione cattolica; anzi, lui ne coltivava altri aggiuntivi che si riferivano al comunismo italiano: non a caso questa ideologia e i suoi
sostenitori, nel secolo scorso, in Italia, veniva considerata diffusamente quale espressione di una “chiesa”.
Caro Umberto, sappi che stasera, sotto una pioggia battente molto intensa, con il primo freddo autunnale che fa sentire le sue punture, c’è un sacco di gente che ti sta accompagnando nel tuo ultimo viaggio e che commossa partecipa a questo conclusivo e affettuoso rito, fatto di ricordi,
riflessioni e saluti intorno alla tua persona: questa è una delle tracce indelebili che tu, con la tua vita e con la tua storia, ci stai affidando, e noi speriamo di essere all’altezza di questa prestigiosa eredità.
Caro Umberto, io, da cattolico, non mi persuado che è finita per l’eternità.
Sono convinto, invece, che ci rincontreremo e avremo modo di fare “il punto”, di confrontarci; chissà dove chissà quando, ma capiterà.
Lo so che, se potessi ascoltarmi, rideresti affettuosamente di questa mia speranza, ma questo ci aiuta anche a vivere e a tirare avanti quando ci lascia una persona cara.
Ciao, caro compagno Umberto
Addio, amico mio

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ECCO IL LAVORO REALIZZATO DALLA CGIL PER RICORDARE UMBERTO

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