Il mio Partito Comunista di Afragola

Ho avuto la gioia di “conoscere “il Partito Comunista nel lontano 1975 quando non avevo ancora compiuto 18 anni.
Mi ero avvicinato alla sottosezione , così era definita, “CHE GUEVARA” sita in Corso Vittorio Emanuele (nei pressi di via Amendola) che era grande meno di 20 metri quadri, guidata dal compianto Antonio Di Micco soprannominato il Comandante.
L’avvicinamento alla sezione comunista era avvenuta perché si stava organizzando un torneo di calcio e occorrevano dei “ calciatori “.
La partecipazione fu molto numerosa e successivamente al torneo “il Comandante” iscrisse La Stella Rossa, cosi si chiamava la squadra, al campionato FIGC di terza categoria.
Con l’avvento della squadra di calcio, la Che Guevara era diventata una sezione frequentatissima ed era frequentata in particolare da giovani, i quali per poter giocare a pallone ,secondo il “comandante” dovevano iscriversi al Partito comunista, cosa che tutti noi facemmo, non avendo alcuna idea o ideologia politica.
E finalmente, la sottosezione, che viveva un forte complesso esistenziale, nei confronti della sezione centrale, la Lenin, forte dei suoi numerosissimi giovani incominciava ad organizzare riunione e seminari politici che avevano una grandissima partecipazione. Ad ogni incontro la piccola sezione si riempiva e diventava una sola nuvola di fumo.
La cosa bella è che i temi politici trattati a noi era del tutto sconosciuti e gli oratori erano molto prolissi e le riunioni finivano spessissimo tardi per i tanti giovani che il giorno dopo dovevano alzarsi alle cinque del mattino per svolgere la loro attività lavorativa edile ed avere il cervello pieno della “ricoversione industriale”, certo non aiutava.
Infatti, la Stella Rossa, tranne il sottoscritto e Antonio Cerbone, era composta esclusivamente da “calciatori” operai e financo il Presidente della squadra, il compianto Mario Russo, era un manovale dell’edilizia.
Per dare il carattere proletario alla squadra la scelta del Presidente della Stella Rossa cadde su Mario, mentre il compagno Giovanni Gangi, apprezzato ed importante imprenditore nel settore artigianale dell’estetica, che aveva anche sponsorizzato l’acquisto dei completini dei giocatori, oltre a pagare l’iscrizione alla Figc, purtroppo per le “regole” operaiste poteva essere nominato solo vice Presidente.
Agli allenamenti la stragrande maggioranza dei giocatori non partecipava, perché impegnati nel loro lavoro e la domenica per forza di cose non reggevano i 90 minuti. Cio’ nonostante la Stella Rossa divenne famosa. Era una squadra di calcio strana la Stella Rossa e gli addetti “professionali” allo sport calcistico della città non riuscivano a comprendere l’organizzazione societaria.
Altra stranezza era determinata dal fatto che i giocatori facevano la colletta per pagare il pullman per le trasferte, tracciavano il campo di gioco prima di giocare, per risparmiare 15.000 lire, ma soprattutto per la prima volta il comune, dopo uno sciopero ed occupazione del campo Luigi Moccia da parte dei giocatori e “dirigenti” della Stella Rossa (cosa molto pericolosa, poiché allora il guardiano del campo era Santuccio e spesso armato di fucile) , dovette accordare anche alla nostra squadra e quindi a tutte le squadre di calcio di Afragola e non solo all’Afragolese, il contributo economico che allora il comune erogava affinchè le squadre di calcio ammortizzassero i costi.
Infine, per un ulteriore risparmio, avendo conoscenza dell’orario che ci era stato assegnato dal Comune per usufruire del campo di calcio, provvedevamo a far stampare i manifesti delle nostre partite in casa con la stampa della sola Stella Rossa scrivendo in stampatello il nome della squadra che ospitavamo. In tal modo la tipografia andava solo una volta in stampa con notevole risparmio di costi.
In città cresceva la “fama” della Stella Rossa ed anche a seguito della nostra capacità di perdere tutte le partite in casa e fuori, crescevano anche gli aneddoti e gli sfottò nei confronti dei giocatori che come ho ricordato prima della partita domenicale non facevano alcun allenamento per non perdere le loro giornate lavorative.
Uno di questi sfottò mi è rimasto impresso e lo ricordo con simpatia. Una domenica mattina, noi giocavamo alle 8.30 con ingresso gratuito e successivamente doveva giocare l’Afragolese, sentimmo increduli l’incitamento di numerosi tifosi. Fummo contenti di questa presenza quando ad un certo punto uno dei tifosi con una voce da tenore chiede al nostro allenatore, Luigi Bassolino detto Giggione : Giggiò all’allenatore dell’afragolese gli servono due o tre giocatori della Stella Rossa..pausa Addà scaricare nu’ camion e patate.
Tutti a ridere e noi pensammo che era incominciata bene al giornata. Anche quella partita fu per noi una partita persa.
Ecco la nostra squadra veniva ricordata per la nostra propensione a perdere le partite. Ma per la prima volta ad Afragola dei giovani indipendentemente dal loro talento potevano giocare in una squadra di calcio, la quale con la solo sottoscrizione dei giocatori, dirigenti e simpatizzanti poteva pagarsi i costi che normalmente dovevano sopportare le squadre di calcio nelle diverse categoria e campionati.
Per la prima volta la personalizzazione ed il comando del presidente della società di calcio erano del tutto inesistenti nella nostra squadra e spesso per spronare i loro giocatori, le società cosiddette professionistiche ci prendevano ad esempio: “vedi quelli della Stella Rossa senza soldi, scarpette, ect. Eppure vanno avanti e si impegnano.
Ecco quest’esempio della Stella Rossa che poi e stato perseguito dalla squadra di rugby Afragola fondata dal compagno Vittorio Mazzone, ha segnato un periodo, seppur breve, di collettivo sportivo democratico nella nostra città.


Molti dei “giocatori” della Stella Rossa successivamente sono diventati dirigenti del PCI di Afragola iniziando al propria militanza in quell’anno straordinario per il partito che è stato il 1976.
Il PCI in Italia alle elezioni politiche aveva la percentuale del 34.4%, oltre un terzo del voto degli Italiani.
Ad Afragola l’anno precedente il PCI aveva guadagnato alle elezioni comunale 10 consiglieri. Da quegli anni in poi è iniziata costante la mia militanza nel partito e i miei 18 anni li ho festeggiato con i compagni della sezione e della Fgci. La sezione è stata l’unico luogo dove avevo anche degli amici.
La militanza nel partito ad Afragola era totale: l’affissione dei manifesti nei periodi elettorali, volantinaggi, riunioni, l’organizzazione delle tessere con il compagno Guido Cerbone responsabile dell’organizzazione che avveniva nei pomeriggi freddi d’inverno con la sezione che diventava un autentico ghiacciaio e facevamo le pulizie di primavere.
Si! Le pulizie di primavera. Ogni anno il compagno Franco Laezza prima di Pasqua organizzava e dirigeva i lavori di pulizia “totale” della sezione che significava smontare i tavoli, le sedi, le bandiere, ect. E noi tutti a rimboccarci le maniche e pulire. Eppure molti di noi a casa venivano vezzeggiati e coccolati dai genitori che mai avrebbero immaginato i nostri lavori “domestici” in sezione. Nei primi anni “80” la sezione Lenin divenne l’unica sezione nella nostra città e pertanto con il venir meno della “sottosezione “ Ghevara incominciai con assiduità a frequentare la sezione, ricoprendo l’importante incarico di segretario della Fgci e successivamente fui eletto nel direttivo del partito, nei famosi congressi che avvenivano per tre giorni nei locali della Coop. Nuova Casa e poi nella segreteria di sezione ed infine segretario del partito.
Piu’ volte ho ricoperto il ruolo di segretario del partito ma quello per me molto sentito è stata la segreteria del partito del 1991 ricoprendo la carica dell’ultimo segretario del PCI per poi assumere la carica di primo segretario del PDS ad Afragola.
Il partito, allora inondava la tua vita e ti sentivi in colpa se qualche volta per impegni familiari non potevi partecipare a qualche riunione.
La fine degli anni “70” è stato il periodo di massima espansione del PCI in Italia e ad Afragola. La sezione brulicava di compagni. Eravamo presenti ovunque, nei consigli comunali, in quelli di fabbrica (allora erano parecchie) nei circoli culturali, ect.
Quegli anni sono stati per il sottoscritto anni importanti per la mia crescita “politica”, umana e culturale.
Con l’avvicinarsi del 1991, anno in cui ero segretario di sezione, incominciarono le divisioni all’interno del partito nazionale che portarono con la nascita del PDS all’uscita dal partito di molti compagni, tra cui il compagno Laezza, al quale ero legato per affetto e stima.
Prima della scissione il partito discusse molto e si organizzo in vere e proprie correnti: il fronte del NO contro il cambio del nome Comunista e quello del SI favorevole al cambio.
Anche ad Afragola prima della scissione vi furono numerosi incontri e dibattiti. Un incontro importante lo tenni come segretario con il regista Nanni Loy, il quale nella nostra sezione argomentò con sagacia le motivazioni affinchè non venisse cancellato il nome comunista, per la storia e le conquiste democratiche che questo partito aveva realizzato in Italia.
In quegli anni, di inizio tangentopoli (17 gennaio 1992) anche la DC cambio nome prima nel partito Popolare e poi in quello della Margherita.
Con la nascita del PDS vengono introdotte anche alcune riforme elettorali. La prima è il Referendum abrogativo della preferenza plurima. L’elettore doveva esprimere una sola preferenza. Nel nostro partito ad Afragola, vi era la tradizione della “quaterna”. Cioè ad ogni elezione del consiglio comunale il comitato direttivo della sezione sceglieva dei nomi per proporli alla carica di consigliere comunale. Veniva cosi scelta una “quaterna” di nomi, essendo possibile la preferenza plurima, che veniva imposta ai compagni affinché fossero portati “fissi” nei fac-simili elettorali che venivano portati a casa dei compagni e cittadini.
Chi come il sottoscritto non veniva né indicato tra i “fissi” e né stipulava “alleanza” con altri compagni candidati, puntualmente, nonostante i buoni risultati elettorali (dai 180 ai 230 voti ad ogni elezioni) non riusciva mai ad essere eletto consigliere comunale.
Con l’abrogazione delle preferenza plurima a quella uninominale il sottoscritto è stato poi sempre eletto in consiglio comunale dal 1994 fino al 2001).
Nell’elezione comunale del 2001 il raggruppamento di centro-sinistra ha vinto l’elezioni con il candidato a sindaco Santo Salzano, medico pediatra del partito della Margherita ed il sottoscritto eletto consigliere comunale è stato nominato Vice Sindaco, incarico mai ricoperto da esponenti di diretta discendenza dal Partito Comunista Italiano.
Dei circa 4 anni e mezzo di amministrazione Salzano, nel nostro territorio vi sono state importanti trasformazioni urbanistiche : L’approvazione in consiglio comunale del piano dei 5 comuni (negli altri comuni l’approvazione è stata con delibera di giunta ) nascita dei centri commerciali-Ipercoop, Mac-Donald. Mandi,ect. In località Marziasiepe, di Ikea in via Enrico Berlinguer (Nome proposto dal sottoscritto e approvato all’unanimità dalla Giunta Comunale) e la stazione dell’Alta velocità che ha sconvolto il nostro territorio, abbattendo numerosi fabbricati in zona San Marco con le conseguenti proteste nei confronti dell’amministrazione comunale dei proprietari degli immobili per chiedere risarcimenti equi.
L’amministrazione Salzano è stata caratterizzata da una eccessiva vivacità delle forze di maggioranza che la sostenevano fino ad arrivare alla mancanza del numero legale in consiglio comunale con il conseguente scioglimento. Ricordo la corsa trafelata del compagno Mauro Fortino, consigliere comunale che solo per qualche secondo non riuscì ad essere presente all’appello nominale del segretario comunale.
Eppur vero che in quelli anni era ormai iniziata la caduta della centralità dei partiti politici con la nascita di personali leadership sempre piu arroganti ed incomprensibili.
Dopo l’esperienza amministrativa, la quale mi ha formato moltissimo ma al tempo stesso mi ha “svuotato” di ogni energia e voglia politica, basti pensare che dal 2005 ad oggi ho varcato solo due volte la porta del comune per lo svolgimento di due matrimoni civili ed il venir meno del ruolo e la centralità democratica dei partiti, non ho piu’ inteso “seguire” la politica e tanto meno il lavoro dell’amministrazione e del consiglio comunale.


Subito dopo l’esperienza amministrativa ho ripreso gli studi universitari riuscendo a conseguire – compatibilmente con il mio lavoro di Direttore Interregionale Campania Molise della Confesercenti e componente di diverse giunte della camera di commercio di Caserta, Salerno e Unioncamere Campania – alla Federico II° di Napoli la Laurea Magistrale in scienze Politiche con un voto discreto 108/110. Successivamente ho ripreso a fare un poco di attività sportiva ma soprattutto mi dedico alla mia famiglia ed ai miei nipoti, Carmine, Pasquale e l’ultimo arrivato Domenico.
Il Partito Comunista, come ho già ricordato ha contribuito molto alla mia formazione e la partecipazione attiva nell’amministrazione comunale di Afragola mi ha formato molto anche professionalmente. Conoscere le problematiche amministrative, di bilancio, l’utilizzo di fondi regionali ed europei è stata una conoscenza che ha portato un enorme valore aggiunta alla mia attività tecnico- professionale di direttore di un importante associazione datoriale.
E’ pur vero che per come lo intendevamo il partito era invadente e soprattutto spessissimo ti costringeva di anteporre le esigenze politiche a quelle familiari e personali.
Un episodio vale per tutti.
Il comune di Afragola verso la fine degli anni “80” dopo moltissimi anni indice un concorso pubblico per l’assunzione di 36 vigili urbani. Se non ricordo male il bando esce a luglio e le prove d’esame si tengono a settembre presso la Prefettura di Napoli dall’allora Sindaco di Afragola Rocco Fusco.
Al concorso partecipo anch’io e al momento di fare il mio esame in Prefettura ricordo che prima di entrare nella stanza per il colloquio di aver visto uscire una ragazza in lacrime che singhiozzava perché non era riuscita a concludere positivamente l’esame. Mi dispiace molto e comunque al mio turno entrai ed il Sindaco Fusco, presidente della commissione esaminatrice mi pose alcune domande strampalate e vaghe e non corrispondenti alla prova d’esame.
Dopo qualche mese nell’albo pretorio del comune viene affissa la graduatoria del concorso dei vigili e con grande meraviglia, oddio non esageriamo, scopro che la ragazza che avevo visto piangere in Prefettura era tra gli idonei ed io, questa volta sì molto meravigliato ero al 40/mo posto.
Per qualche anno l’amministrazione comunale non aveva scorso la graduatoria nonostante la palese necessità di vigili urbani che davvero svolgessero la loro attività in strada, avendo ormai la città di Afragola superato i 65.000 abitanti.
Ciò nonostante l’amministrazione comunale non aveva alcuna voglio di avere tra i propri vigili un comunista o ex comunista.
In quei mesi fui avvicinato da tante persone con le quali non avevo rapporti stretti i quali mi chiedevano la mia intenzione, sapendo che già lavoravo, nel caso in cui fossi chiamata a svolgere le mansioni di vigile. Un bel giorno mi arriva dal comune la richiesta di produrre dei documenti per l’assunzione a vigile urbano e li inizia il mio tormento. Né parlai anche con l’allora Segretario della federazione del partito provinciale, il quale molto egoisticamente, crede che io possa essere piu’ utile al partito in un organizzazione di massa che al comune. Devo dire con onestà che il segretario provinciale non mi convinse molto, ciò nonostante pur avendo richiesto ed avuto i documenti dal tribunale di Napoli, mi lascio convincere, come si diceva una volta per il bene del partito e non inviai i documenti al comune.
E qui inizia un fatto strano. La mia rinuncia a vigile aveva permesso all’amministrazione comunale non solo di far scorrere la graduatoria fino a 40 ma addirittura fino a 60 ° idoneo.
Ecco, con questo episodio voglio dimostrare come era stretto il vincolo con il partito, nonostante pensassi che fare il vigile urbano fosse un impiego importante. Ma le parole del segretario provinciale erano importanti e per me valevano molto di piu’ di un impiego al comune. Oggi con il senno di poi penso di aver sbagliato, non perché sono insoddisfatto del mio lavoro e del corrispettivo economico, al contrario penso che sicuramente anche alla luce di diversi gradi di istruzione scolastica, oggi avrei avuto sicuramente anche un incarico dirigenziale nel corpo dei vigili urbani e sicuramente sarei stato piu’ utile alla nostra collettività.
Cio’ nonostante ricordo sempre con affetto i momenti trascorsi in sezione, nelle manifestazioni politiche, come quella in piazza Plebiscito dove il compagno Berlinguer pronuncio un discorso memorabile e disse in una parte del suo discorso elettorale una frase che mi è rimasta, dopo tanti anni, nel mio cervello: ”come dite voi a Napoli o pesce fete rà capa”. Fu questa una battuta straordinaria che faceva semplicemente intuire come la cattiva politica amministrativa locale derivava dall’esempio del malcostume delle politiche e dei partiti di governo nazionale.
Ricordo inoltre il rispetto tra compagni e l’importanza di poter sempre contare sulla loro vicinanza ed aiuto anche in problematiche diverse dalla politica.
Sicuramente ho dimenticato moltissime cose della vita politica di quel tempo e quella che vivevamo in sezione, ma voglio evitare di annoiare coloro che avranno la pazienza di leggere questo mio scritto. Una cosa è certa, saranno gli anni che avanzano, ma è con grande nostalgia, affetto e stima che ricordo i compagni e le compagne che hanno militato nella sezione di Afragola ed i tanti giorni trascorsi anche a giocare “ass e baston”.
Pasquale Giglio

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1 commento

  1. Ti ringrazio Pasquale per la schiettezza e l’ironia con cui hai raccontato la tua esperienza personale nel partito. Per quanto io non abbia vissuto dal di dentro le vicissitudini delle sezioni, ho riconosciuto molte delle persone ed esperienze che hai descritto, tra l’altro con sincerità, nostalgia e qualche amarezza.
    Te ne sono grato.

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