Scrivere di Pierino Afiero è per me una grande emozione. Pierino è stato una colonna dell’Alfasud. I suoi anni di militanza in fabbrica, in politica e nel Sindacato sono stati pieni di impegno , di sacrificio e di esaltanti lotte.
Come tanti di noi che hanno vissuto quegli anni, Pierino ha fatto della militanza nel Partito e nel Sindacato una necessità vitale per fare avanzare insieme la democrazia e le conquiste dei lavoratori.
Incontrò il Sindacato appena giovanissimo. Entrò in fabbrica agli inizi degli anni 70 e fu subito eletto delegato della Fiom Cgil, nel nascente Consiglio di fabbrica dell’Alfasud, dal suo gruppo omogeneo delle medie presse nel reparto scocca, il primo capannone ad entrare in funzione nella costruzione dell’auto.
Da quel momento fu sempre rieletto con pieni voti e con soddisfazione dei lavoratori che rappresentava. Nessuno l’ha mai messo in discussione come leader di quel reparto. La sua capacità è stata sempre quella di aver saputo mantenere un rapporto continuo e paritario con gli operai che facevano parte della sua squadra.


Nonostante fosse delegato sindacale era il primo sul posto di lavoro a fare il suo compito lavorativo come tutti gli altri operai. Conosceva bene la pericolosità di quel lavoro e per questo, per prima cosa, aprì nei confronti dell’azienda una vertenza molto dura sui temi della sicurezza e della salute dei lavoratori.
La rumorosità delle presse, il pericolo di caduta delle pesanti lamiere d’acciaio, la non totale sicurezza nella partenza delle presse, facevano si che quello fosse un ambiente di lavoro micidiale e rischioso per chi vi operava senza strumenti di garanzia assoluta.
Possiamo dire che quella fu la prima vertenza sui tema della sicurezza in fabbrica attivata da Pierino Afiero. Poi ne seguirono molte altre e in tutti i reparti. Ma l’indicazione era stata data: nessuna monetizzazione in cambio della sicurezza e della salute all’Alfasud.


Anche sul piano politico , quello della costruzione del Partito Comunista Italiano in fabbrica , il suo impegno fu non di meno.
Ingraiano, iscritto alla Sezione di fabbrica, è stato membro del Comitato direttivo centrale della fabbrica . Il suo impegno quotidiano è stato quello della costruzione della cellula scocca, una tra quelle più importanti della fabbrica( Lastrasaldatura, presse,manutenzione, stampi etc.) per capacità di iniziative politiche , numero di iscritti(260) e con la diffusione giornaliera dell’Unità.
Non mancavano certamente discussioni ma ,alla fine, si finiva sempre con la necessaria unità, per far prevalere i diritti dei lavoratori e la salvezza della fabbrica.
Dopo la sconfitta alla Fiat dell’80 l’arroganza dei padroni e del governo diventò più dura . La battaglia sul taglio della scala mobile diventò per noi la battaglia principale. Non aspettammo le decisioni del Sindacato in difficoltà e organizzammo ogni giorno scioperi, cortei e assemblee improvvisate . Partecipammo, così caricati, in migliaia alla grande manifestazione a Roma del 24 Marzo del 1984.
A Roma, oltre a migliaia di compagni, portammo anche un grandissimo striscione con la scritta pensata insieme a Pierino : CONTRO IL TAGLIO DELLA SCALA MOBILE DEL GOVERNO CRAXI-PER IL SINDACATO DEI CONSIGLI.
Dopo questa battaglia è iniziata per Pierino la battaglia più importante, quella per la sua vita, una battaglia tremenda, contro un male inguaribile.
Aveva solo 36 anni. Conservo con affetto e tristezza ancora la sua foto con la scritta: ”l’eliminazione dello sfruttamento , il mio ideale. Il Comunismo la mia speranza” Questo era Pierino Afiero.

Vincenzo Barbato

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2 commenti

  1. Un ricordo davvero commovente di un operaio che impersonava la giovane classe operaia del Mezzogiorno con l’assillo di poter cambiare la realtà degli sfruttati.Nel suo ricordo dobbiamo continuare a impegnarci per questo ambizioso obiettivo.

  2. pIERINO,r:i:p MEDIE PRESSE, IO AL PRIMO TURNO DELEGATO, LUI AL SECONDO TURNO DELEGATO. LA SERA PRIMA DI PARTIRE PER rOMA , DORMI CON ME A CASA MIA, PER NON PARLARE POI DELLE COSE FATTE INSIEME PER LA FABBRICA E PER IL NOSTRO PAESE

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